Dissolution

Hitparkut (2010) – Nina Menkes / Israele

Reduce dalla buona prova di stile regalata nel precedente ‘Phantom Love’, Nina Menkes dirige tre anni dopo quello che, ad oggi, risulta probabilmente il suo lavoro più solido e concreto. Con ‘Dissolution’ l’estro artistico dell’autrice emerge in tutta la propria vena paradossale ed evocativa, e riesce a suggerire sensazioni in maniera esemplare, semplicemente dando sfogo ad un modo di raccontare straordinariamente personale ed efficace.

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La sceneggiatura si ispira al celeberrimo romanzo ‘Delitto e castigo’ nonostante in realtà segua molto poco la linea narrativa del soggetto russo. Viene dunque inscenata la vicenda di un giovane dapprima divorato dall’immoralità e in seguito pentito delle proprie azioni, ma ciò che davvero risulta interessante e originale è il contesto nel quale la regista ambienta il tutto, ossia quello urbano israeliano, quasi come a voler fare del film una parabola sociale su quella che è la realtà del Paese sotto questo punto di vista.

In tal senso il film non si sbilancia del tutto, non tende a disegnare un quadro sociale in maniera tanto rigorosa nè documentaristica, bensì a metaforizzare la condizione del protagonista ed estenderla rendendola quanto più generale possibile nel contesto in questione. Il giovane infatti, nel film, non ha una precisa delineazione psicologica o caratteriale, e grazie a questo il suo status riesce a farsi carico di un fardello sociale non indifferente: la povertà del Paese assume pertanto un ruolo cruciale nel film, spingendo il protagonista a commettere un omicidio per dei gioielli, per la smania di raggiungere con ogni mezzo la stabilità sociale ancor più di quella economica. E ciò che si evince, in parte, è proprio la volontà di voler dare voce alla classe sociale più disagiata, giustificando le azioni del protagonista e ridandogli quindi dignità attraverso un pentimento finale fortemente emblematico e significativo in questo senso.

Ma come sempre nei film della Menkes il racconto viene come piegato dall’atmosfera surreale e dalle circostanze flemmatiche esposte; le immagini e la loro continua ricerca della perfezione divengono parte fondamentale nel lavoro di armonia estetica, dato qui dallo stesso immacolato bianco e nero di ‘Phantom Love’ che ritorna in tutto il suo splendore. E di fronte a sequenze create con immagini simili non ci si può esimere dal forte richiamo evocativo e venire catturati da questa carica ammaliante di rara potenza visiva; la stessa che viene qui gestita in maniera tale da risultare quasi predominante poiché ben ponderata in relazione alla narratività del film, emergente quasi secondaria perciò, e nell’attuazione di questo processo volto a dare più spazio alle immagini che agli eventi la regia esegue un compito chiave, praticato mediante movimenti di macchina e riprese molto lenti, quasi tarkovskiani, che risultano nel complesso perfettamente funzionali alla resa scenica.

In ‘Dissolution’ viene esibito nitidamente il culto dell’evocazione caratteristico del cinema medio-orientale e ricollegabile infatti in tal senso a quello di Parajanov. Non esiste dunque alcun aspetto più importante dell’estetica e della messa in scena morbosa e perfezionistica ma qui in particolare, molto più che nel lavoro precedente, vi è la fusione dell’aspetto tematico con quello visivo. La figura del protagonista naviga perennemente in questo oceano sul quale fluttua l’armonia alchemica tra reale e surreale, ma ciò non la fa evadere dal proprio contesto sociale, sempre ben ricostruito e ripreso in tutta la propria integrità. Ecco che la persona fisica del protagonista grazie a ciò, ma soprattutto grazie alla voluta mancanza di definizione caratteristica, viene a fondersi con la persona sociale e riporta alla luce una verità scomoda, sebbene non propriamente nuova per il cinema medio-orientale, ma in maniera totalmente nuova, rinnovata, e ricca di trovate alquanto acute e brillanti: un film stilisticamente interessantissimo, forse non del tutto efficace a causa dell’eccessiva flemmaticità ma senza dubbio valido e apprezzabile.

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Voto: ★★★/★★★★★

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