Mancia Competente

Trouble in Paradise (1932) – Ernst Lubitsch / USA

Tenendo conto della grande prolificità dell’autore e della numerosa quantità di pellicole precedenti alla suddetta, ‘Mancia competente’ rimane comunque il primo lavoro incisivo di Lubitsch nonché uno dei primi grandi esempi di quello che allora era un genere in avvio, ovvero lo screwball comedy. Con questa brillante commedia infatti il regista tedesco introduce ed esplica brillantemente quella che poi sarà la tipica linea narrativa delle sue opere successive, che dopo il successo del film in questione diventeranno più seguite e meglio costruite.

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La storia racconta, come al solito nei film di tale genere, di un intrigo amoroso che lega, non senza fatica, due diverse persone. Qui in particolare vengono introdotti due ladri di professione, Lily e Gaston, che si conoscono per caso e diventano subito inseparabili. Decidono di compiere un grosso furto ai danni di una ricca quanto giovane vedova, conquistandone subito le simpatie. Tutto sembra proseguire per il meglio se non che lentamente Gaston si innamora della bella e seducente vedova: il piano fallisce ma i due giovani innamorati, compresa la loro diversa e difficile situazione, decidono di separarsi.

Sicuramente gli anni trenta sono stati e rimangono tutt’ora come il periodo, non soltanto di maggior produzione, ma anche di maggior splendore per quanto riguarda il genere commedia, e questo ne è senza dubbio uno dei più fulgidi esempi. Con questo sofisticato gioco di coppie amoroso Lubitsch crea una storia assolutamente godibile e raffinata, che si proietta ben oltre lo standard tipico del genere per dimostrare una consapevolezza ed una perfezione logistica notevoli. Addirittura due anni prima del celeberrimo ‘Accadde una notte’ infatti l’autore in questione riesce a confezionare il suo lavoro più riuscito nonché uno dei primi grandi lavori sonori.

Ma parliamo del lato realizzativo: come detto la costruzione della trama è impeccabile e, a differenza di tante altre commedie del periodo, ha ben poche falle. I personaggi sono ben pensati e dotati di una credibilità e di un dinamismo nel complesso ottimi. Il ritmo generale dell’opera è fluido e davvero coinvolgente e non si notano scene evitabili o comunque poco inerenti allo scorrere degli eventi, e questo quindi la rende molto scorrevole. Nonostante la connotazione negativa dei suoi due personaggi principali, i due ladri, vien loro comunque conferita, soprattutto a Gaston, un’entità buona e sensibile e dei principi morali di base, che (altro cliché dell’epoca) consentirà allo stesso un ripensamento riguardo al furto da attuare, e dunque un lieto finale. Lieto almeno sotto il punto di vista più concreto, perchè durante la pellicola lo spettatore si trova a dover parteggiare, a simpatizzare sempre più con la vedova, dotata di un carattere e di maniere ben più dolci e buone dell’avida Lily: in definitiva perciò una conclusione che, almeno per chi guarda, lascia l’amaro in bocca. Sotto un profilo più tecnico si nota un generale gioco di luci, un’importanza vitale ai dialoghi, sempre briosi e coinvolgenti, ma soprattutto una propensione a giochi di inquadratura forse eccessivamente ampollosi.

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Voto: ★★★/★★★★★

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