The World

The World (2009) – Takashi Makino / Giappone

“Ho sempre fatto film astratti cercando di lasciar lavorare le immagini nella mente dello spettatore. Ogni volta che penso ad immagini concrete non credo che arrivino agli occhi ma che siano forzatamente condotte ad essi, ecco perché non le utilizzo mai. Così mi è venuta l’idea di usufruire di immagini concrete ma di ridurre la loro concretezza così da trattenerle astratte. Voglio andare oltre l’astrazione, arrivare ad un concreto astratto.” – Takashi Makino

Astrarre qualcosa di concreto significa, in pratica, distogliere l’attenzione dello spettatore da quel qualcosa, attirarlo verso ciò che di esso appare tralasciandone, offuscandone la sostanza. Makino in questo senso dimostra il suo interesse verso l’interiorizzazione di uno stato utilizzando come tecnica di rappresentazione una geometria che dal caotico apparire giunga al cuore della sostanza riprodotta/rappresentata. Valica i confini della coscienza, proietta il fantasma di una realtà filtrandola in una coltre di nebbia, pellicola graffiata, canale di ipnotizzazione ed una ricerca visiva sulle capacità del sonoro oltre ogni immaginazione. T.M. lavora sull’impatto, sovverte la ricezione del reale spesso capovolgendolo letteralmente, dedicandosi al riflesso dei raggi del sole su un’indistinta massa idrica, trasmettendo il calore degli stessi piuttosto che l’errare della mente sull’oggetto stesso. Dall’acqua quindi all’aria passando per terra e fuoco, designando il quadrato di elementi naturali che compongono e distinguono l’universo conosciuto: bianche nubi allungate e distorte nel cielo come in preda a inquieto malessere, gabbiani ripresi nell’atto di sorvolare distese oceaniche, e tutto ciò non in virtù di significante o significato bensì di ciò che entrambi suggeriscono all’interno dell’ambiente visivo/sonoro riprodotto.

Sperimentare la vastità dell’universo, perdercisi dentro affondandovi come nei meandri di un sogno, penetrare l’impenetrabilità del soggetto, della materia proposta, trattenendo le sensazioni suggerite da quest’ultima. È la metabolizzazione dei fenomeni naturali che variano al mondo, in questo mondo riproposto dall’autore e sottolineato in primis dal titolo stesso, il tutto in una sintesi visiva che fa del metodo lo strumento unico di caratterizzazione, valorizzazione nonché principio di sussistenza del detto lavoro. Lavoro sull’esperienza, lavoro dunque che sussiste unicamente in virtù dell’esperienza e che dall’esperienza stessa prende i concetti di apprendimento per conoscenza diretta e di visione come completa catarsi visiva e riscoperta del sonoro (principio primo nel Cinema sperimentale come quello di Makino stesso o di Marxt, Pierce, Kavanagh ecc.). Suono che, come una sorta di movimento sinfonico, si suddivide in atti e scandisce il perpetuarsi delle stagioni ed il loro attuarsi nei dettagli e nelle situazioni più evocative cinematograficamente parlando. Da qui la dichiarazione di aver preso spunto dalla carta dei tarocchi Il Mondo, raffigurante una donna senza veli incorniciata da una ghirlanda e accompagnata da quattro figure dai molteplici significati, in questo caso chiaro rimando alle quattro stagioni (da qui il nesso con l’opera stessa, probabilmente non il solo).

Ciò che si nota maggiormente nel Cinema di Makino è infatti la netta tendenza a rappresentare un determinato soggetto piuttosto che un’idea o un ambiente, attraverso il prodotto che l’orecchio per primo partorirebbe, rendendo all’immagine quel valore sensitivo e non concettuale che le è proprio, riproduzione dunque in continua evoluzione di una percezione (come detto, più uditiva che visiva) e non il contrario. In pratica sottrae al soggetto l’inquadratura data dalle forme per conferire invece alle stesse una simmetria che le riduca a sagome indistinte tali da catalizzare prima suggestioni e solo dopo affinità visive. Un procedimento, questo, che permette la parziale astrazione da un contesto e da un’idea avvicinandosi nella rappresentazione ad un qualcosa di indefinito, forme vaghe, sfumate che riescono al contempo ad avvicinarsi e allontanarsi a/da quanto proposto.

Voto: ★★★★★/★★★★★

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