Nessuno lo sa

Dare mo shiranai (2004) – Hirokazu Koreeda / Giappone

Tratto da una storia vera, un dramma spaventoso ambientato nella moderna Tokyo. Koreeda si appropria nuovamente del silenzio, insegue i suoi personaggi cogliendone il dolore. Come in ‘Maborosi’  utilizza l’evento drammatico per sottolineare l’impatto emotivo dello stesso, la natura e il controllo della sfera emotiva da parte di soggetti posti di fronte alla necessità di cambiare vita, svoltare in positivo, superare il lutto o la mancanza. L’occhio dei bambini diventa protagonista: è la loro innocenza a sottolineare la gravità dell’accaduto, a commuovere, lo spettatore non viene portato a giudicare o farsi un’opinione a riguardo, soffre per quanto accade loro, prova immediatamente empatia, in pratica viene annullato ogni tipo di artificio, la vicenda viene totalmente riprodotta ad immagine e somiglianza dell’infausto fatto di cronaca.

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Una madre si trasferisce in un modesto appartamentino assieme al figlio tredicenne, ma appena non vista fa uscire dalle borse altri tre bambini, clandestini in quanto non registrati all’anagrafe: per loro niente scuola, niente contatto col mondo. Da visitatore a perenne assente, dopo poco tempo la madre abbandonerà i ragazzi al loro destino, più o meno consapevole della tragico destino che ne seguirà.

Va riconosciuto al regista nipponico il merito di saper utilizzare e riproporre sapientemente la realtà mostrando storie toccanti, struggenti, crude ma sempre vere e perciò ancora più spaventose. I protagonisti di questo film sono, come spesso ricorre nei film del regista, elementi inseriti completamente nel loro contesto sociale, ma che si ritrovano per varie ragioni sempre estranei o allontanati dallo stesso per le loro diversità o comunque per vari motivi di disguido burocratico (lampante in questo senso il paragone con l’altra opera del regista ‘Father & son’). L’elemento tragico come già anticipato è fondamentale e necessario nelle tarde opere di Koreeda, in quanto è l’unico mezzo che crea l’empatia necessaria allo spettatore per comprendere appieno la storia.

Piuttosto netto l’attacco incondizionato verso l’apparenza di una società deviata; all’indifferenza generale di una mentalità individualista, all’abbandono dei genitori, ai loro metodi di crescita e all’indifferenza di un popolo sempre più chiuso al prossimo. Un film, questo ‘Nessuno lo sa’ interessante, per certi versi innegabilmente innovativo, toccante, l’atto finale di un approccio che l’autore, subito dopo, muterà preferendone uno più leggero, giocando con i generi e giocando a rinnovarsi ma senza più segnare i fasti di lavori come ‘After Life’ e ‘Maborosi’.

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Voto: ★★★/★★★★★

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